Blasé è la tendenza della società a far apparire ogni cosa di un colore uniforme, di un
gusto che non sa di niente, uguale a mille altre cose. Blasé è l’incapacità delle persone di scegliere. Blasé è la vita del protagonista. La voglia di reagire e scrollarsi di dosso l’insoddisfazione lo portano ad entrare armato in una scuola elementare, barricarsi in segreteria e prenderla in ostaggio.
A questo punto, la narrazione passa in mano agli ostaggi stessi: un laureato che è finito a raspare cicche sotto ai banchi, un segretario che non vuole un cactus come compagno di vita, una mamma che adora suo figlio ma che odia sua figlia, il manager di una blogger che recensisce coppette mestruali e un professore che regge lo specchio di una società che appiattisce ogni tragedia.
Una società che usa ogni messaggio, positivo e negativo, non per migliorarsi, ma per confermare sé stessa.